Genesi e cancellazione di Atlantide
Secondo Platone il nome Atlantide deriva da Atlante, leggendario governatore dell'Oceano Atlantico, figlio di Poseidone, che sarebbe stato anche il primo re dell'isola. Essendo una storia funzionale ai dialoghi di Platone, Atlantide è generalmente vista come un mito concepito dal filosofo greco per illustrare le proprie idee politiche. Benché la funzione di Atlantide sembri chiara alla maggior parte degli studiosi, essi disputano su quanto e come il racconto di Platone possa essere ispirato da eventuali tradizioni più antiche.
Una delle teorie più accreditate su Atlantide e la sua fine, che tanto consenso riscuote in ambiente accademico portata avanti da J.V. Luce, propende ad identificare Atlantide con la civiltà minoica. Questa ipotesi è suffragata dai resti materiali portati alla luce a Thera, grazie agli scavi di Marinatos, e avrebbe una conferma anche in Platone che racconta la derivazione egiziana della leggenda, e come attestano ancora una volta le evidenze archeologiche, i Minoici avevano rapporti con l'Egitto. Ma se dobbiamo tenere conto della testimonianza di Platone Atlantide non può essere Creta in quanto all'interno delle colonne d'Ercole. Ma esiste nell'Atlantico, o in qualsiasi altro oceano un continente perduto? Secondo i geologi americani in nessuno degli oceani i fondali danno la possibilità dell'esistenza di un continente sprofondato in essi. La geologia russa invece afferma la possibilità dell'esistenza di parti di terra poi sommersa dalle acque. A sostegno di quest'ultima ipotesi si potrebbe citare la scoperta avvenuta nell'isola di Bimimi (Bahamas) nel 1968, dove furono trovati alcuni blocchi di pietre piatte allineate che fecero pensare ad una sorta di pavimento. La scoperta tra l'altro fu predetta dal veggente Edgar Cayce, strenuo sostenitore del continente perduto. Tuttavia gli esperti liquidarono il ritrovamento come formazioni calcaree naturali. Alcuni studiosi hanno cercato di identificare l'isola leggendaria con la Groelandia, sostenendo che in seguito all'ultima glaciazione avvenuta 10000 anni fa, l'isola che prima si trovava al largo dello stretto di gibliterra ha subito uno slittamento che la portata a posizionarsi nella posizione che conosciamo noi oggi. Questa ipotesi non è sostenuta dai geologi che affermano che uno spostamento simile non è possibile in appena 10000 anni. Un ulteriore teoria presenta Atlantide come il continente antartico, secondo quanto scrive Hancock in Impronte degli dei Corbaccio. L'Antartide è il quarto continente del pianeta, ed è quello che conosciamo di meno. Certo oggi è assolutamente inadatto alla vita umana, tanto più se si pensa da una civiltà progredita quale quella atlantidea. Ma è stato sempre così? Il professor Charles Hapgood e in seguito l'ingegnere Flavio Barbiero, analizzando le carte dell'ammiraglio turco Piri Reis, ritenne di poter fornire la risposta a questa domanda: l'Antartide precedentemente alla fine dell'ultima glaciazione si sarebbe trovato due mila miglia più a nord rispetto al polo sud, e perciò avrebbe goduto di un clima assai più caldo di adesso. Se a ciò uniamo le dimensioni del continente notiamo che esso sembra proprio il luogo ideale per Atlantide. Hapgood ritiene di poter spiegare che cosa capitò all'Antartide verso la fine della quarta glaciazione, ricorrendo alla teoria dello scorrimento della crosta, discussa, ma non errata, che accolse le simpatie anche di Einstain, da non confondere con la deriva dei continenti. In che cosa consiste questa teoria? Spiega Hapgood: "la litosfera a volte può subire una dislocazione, muovendosi sopra la massa interna più morbida, un po' come la buccia di un'arancia, se fosse staccata, potrebbe spostarsi tutta insieme sopra le parte interna del frutto". Cosa può avere provocato questo spostamento? Questo è il più grande rebus. Probabilmente fu un evento catastrofico di portata planetaria, legato in qualche maniera alle glaciazioni e forse ad influssi gravitazionali e ai diversi moti di rotazione della Terra, ma lunga e complessa è la questione. Fatto sta che la teoria spiega in modo verosimile come l'Antartide avrebbe potuto trovarsi in un'altra posizione; l'Antartide è un continente vasto, ed è, in quest'epoca in cui ci si vanti di conoscere ogni angolo del pianeta, il vero continente perduto.
Altre testimonianze sull' esistenza e sulla fine di Atlantide si trovano anche negli antichi testi delle più remote civiltà:
Ad esempio il testo indiano Mahabbaratan (la Bibbia Indiana) narra la storia di sette grandi isole del mare occidentale, distrutte dall' arma di Brahama, in questa traduzione è importante la frase "il cielo precipitò" perchè, secondo il geologo ed astronomo austriaco Otto H. Much, la scomparsa di Atlantide fu determinata da un corpo celeste piombato sul nostro pianeta, un asteroide attratto da una inconsueta congiunzione Terra- Luna-Venere, avvenuta nell' 8.496 a. C.
Si trovano anche delle corrispondenze in alcuni geroglifici nella piramide messicana di Xochicalco,il ricercatore francese La Plongeon decifrò una scritta che diceva:"una terra posta in mezzo all' oceano, distrutta e scomparsa". Un'antica leggenda messicana narra dell'isola di Aztlan, situata nell'Atlantico, che gli abitanti dovettero abbandonare perché stava sprofondando nell'oceano. I superstiti, che ne avevano preso il nome, si facevano chiamare Aztechi, ovvero abitanti di Aztlan.
Nel 1930 il filologo brasiliano Brolio fece la traduzione di un antico frammento pre-Maya: "Nell' undicesimo giorno Ahau Katun (indicazione dell' anno e del mese secondo il calendario dell' epoca) avvenne la sciagura: cadde una pioggia violentissima e caddero ceneri dal cielo; il cielo precipitò, la terraferma sprofondò e la "Grande Madre" (Atlantide) fu tra i ricordi della distruzione del mondo.
Se è vero che le glaciazioni hanno provocato un forte abbassamento del livello medio dei mari e degli oceani dell'intero pianeta, sarà stato anche vero che oggi una parte delle terre sommerse siano state esposte all'atmosfera.
Se esaminiamo i tempi, ci accorgiamo che circa 12.000 anni fa la morsa di ghiaccio che attanagliava gran parte dell'emisfero settentrionale cominciò a sciogliersi e ovunque il livello dei mari cominciò a salire sensibilmente. Si deve anche considerare che il fondo dell'Oceano Atlantico è una regione ad elevatissima attività tellurica, e che la dorsale montuosa che lo attraversa è sede di una notevole e continua attività sismica e vulcanica sottomarina.
Non ci deve quindi stupire che questi terremoti abbiano potuto provocare un ipotetico sprofondamento di un'isola collocata proprio in mezzo all'Oceano. Un'antica leggenda egiziana diceva che i cataclismi che interessarono il continente perduto furono ben 4, e l'ultimo la spazzò via definitivamente, circa 12.000 anni fa. Un'altro racconto mitologico era che gli antichi progenitori di Atlantide provenivano da un pianeta del sistema stellare Tau Ceti, il cui nome è Phikkesh Tau, che intorno al centosedicesimo millennio a.C., avrebbero scoperto il volo spaziale ed iniziato l'esplorazione del Cosmo, e nel 92000 una spedizione di Phikkesh Tau penetrò nel sistema solare e ne colonizzò alcuni pianeti, tra cui la Terra. Manipolando geneticamente una scimmia e attraverso una fusione del suo DNA con quello extraterrestre, i coloni crearono l'homo sapiens che avrebbe popolato in seguito l'intero pianeta. Il perfetto esemplare Ariano, secondo Hitler che si rifaceva alle leggende nordiche, oltre ad essere alto, biondo e con gli occhi chiari, doveva anche avere il teschio allungato all'indietro, in quanto secondo un interpretazione esoterista, tutti i miti della creazione della terra, compresi quelli nordici, indiani, egizi e delle civiltà pre-colombiane Americane, derivano da una reinterpretazione del mito di Phikkesh.
Una delle teorie più accreditate su Atlantide e la sua fine, che tanto consenso riscuote in ambiente accademico portata avanti da J.V. Luce, propende ad identificare Atlantide con la civiltà minoica. Questa ipotesi è suffragata dai resti materiali portati alla luce a Thera, grazie agli scavi di Marinatos, e avrebbe una conferma anche in Platone che racconta la derivazione egiziana della leggenda, e come attestano ancora una volta le evidenze archeologiche, i Minoici avevano rapporti con l'Egitto. Ma se dobbiamo tenere conto della testimonianza di Platone Atlantide non può essere Creta in quanto all'interno delle colonne d'Ercole. Ma esiste nell'Atlantico, o in qualsiasi altro oceano un continente perduto? Secondo i geologi americani in nessuno degli oceani i fondali danno la possibilità dell'esistenza di un continente sprofondato in essi. La geologia russa invece afferma la possibilità dell'esistenza di parti di terra poi sommersa dalle acque. A sostegno di quest'ultima ipotesi si potrebbe citare la scoperta avvenuta nell'isola di Bimimi (Bahamas) nel 1968, dove furono trovati alcuni blocchi di pietre piatte allineate che fecero pensare ad una sorta di pavimento. La scoperta tra l'altro fu predetta dal veggente Edgar Cayce, strenuo sostenitore del continente perduto. Tuttavia gli esperti liquidarono il ritrovamento come formazioni calcaree naturali. Alcuni studiosi hanno cercato di identificare l'isola leggendaria con la Groelandia, sostenendo che in seguito all'ultima glaciazione avvenuta 10000 anni fa, l'isola che prima si trovava al largo dello stretto di gibliterra ha subito uno slittamento che la portata a posizionarsi nella posizione che conosciamo noi oggi. Questa ipotesi non è sostenuta dai geologi che affermano che uno spostamento simile non è possibile in appena 10000 anni. Un ulteriore teoria presenta Atlantide come il continente antartico, secondo quanto scrive Hancock in Impronte degli dei Corbaccio. L'Antartide è il quarto continente del pianeta, ed è quello che conosciamo di meno. Certo oggi è assolutamente inadatto alla vita umana, tanto più se si pensa da una civiltà progredita quale quella atlantidea. Ma è stato sempre così? Il professor Charles Hapgood e in seguito l'ingegnere Flavio Barbiero, analizzando le carte dell'ammiraglio turco Piri Reis, ritenne di poter fornire la risposta a questa domanda: l'Antartide precedentemente alla fine dell'ultima glaciazione si sarebbe trovato due mila miglia più a nord rispetto al polo sud, e perciò avrebbe goduto di un clima assai più caldo di adesso. Se a ciò uniamo le dimensioni del continente notiamo che esso sembra proprio il luogo ideale per Atlantide. Hapgood ritiene di poter spiegare che cosa capitò all'Antartide verso la fine della quarta glaciazione, ricorrendo alla teoria dello scorrimento della crosta, discussa, ma non errata, che accolse le simpatie anche di Einstain, da non confondere con la deriva dei continenti. In che cosa consiste questa teoria? Spiega Hapgood: "la litosfera a volte può subire una dislocazione, muovendosi sopra la massa interna più morbida, un po' come la buccia di un'arancia, se fosse staccata, potrebbe spostarsi tutta insieme sopra le parte interna del frutto". Cosa può avere provocato questo spostamento? Questo è il più grande rebus. Probabilmente fu un evento catastrofico di portata planetaria, legato in qualche maniera alle glaciazioni e forse ad influssi gravitazionali e ai diversi moti di rotazione della Terra, ma lunga e complessa è la questione. Fatto sta che la teoria spiega in modo verosimile come l'Antartide avrebbe potuto trovarsi in un'altra posizione; l'Antartide è un continente vasto, ed è, in quest'epoca in cui ci si vanti di conoscere ogni angolo del pianeta, il vero continente perduto.
Altre testimonianze sull' esistenza e sulla fine di Atlantide si trovano anche negli antichi testi delle più remote civiltà:
Ad esempio il testo indiano Mahabbaratan (la Bibbia Indiana) narra la storia di sette grandi isole del mare occidentale, distrutte dall' arma di Brahama, in questa traduzione è importante la frase "il cielo precipitò" perchè, secondo il geologo ed astronomo austriaco Otto H. Much, la scomparsa di Atlantide fu determinata da un corpo celeste piombato sul nostro pianeta, un asteroide attratto da una inconsueta congiunzione Terra- Luna-Venere, avvenuta nell' 8.496 a. C.
Si trovano anche delle corrispondenze in alcuni geroglifici nella piramide messicana di Xochicalco,il ricercatore francese La Plongeon decifrò una scritta che diceva:"una terra posta in mezzo all' oceano, distrutta e scomparsa". Un'antica leggenda messicana narra dell'isola di Aztlan, situata nell'Atlantico, che gli abitanti dovettero abbandonare perché stava sprofondando nell'oceano. I superstiti, che ne avevano preso il nome, si facevano chiamare Aztechi, ovvero abitanti di Aztlan.
Nel 1930 il filologo brasiliano Brolio fece la traduzione di un antico frammento pre-Maya: "Nell' undicesimo giorno Ahau Katun (indicazione dell' anno e del mese secondo il calendario dell' epoca) avvenne la sciagura: cadde una pioggia violentissima e caddero ceneri dal cielo; il cielo precipitò, la terraferma sprofondò e la "Grande Madre" (Atlantide) fu tra i ricordi della distruzione del mondo.
Se è vero che le glaciazioni hanno provocato un forte abbassamento del livello medio dei mari e degli oceani dell'intero pianeta, sarà stato anche vero che oggi una parte delle terre sommerse siano state esposte all'atmosfera.
Se esaminiamo i tempi, ci accorgiamo che circa 12.000 anni fa la morsa di ghiaccio che attanagliava gran parte dell'emisfero settentrionale cominciò a sciogliersi e ovunque il livello dei mari cominciò a salire sensibilmente. Si deve anche considerare che il fondo dell'Oceano Atlantico è una regione ad elevatissima attività tellurica, e che la dorsale montuosa che lo attraversa è sede di una notevole e continua attività sismica e vulcanica sottomarina.
Non ci deve quindi stupire che questi terremoti abbiano potuto provocare un ipotetico sprofondamento di un'isola collocata proprio in mezzo all'Oceano. Un'antica leggenda egiziana diceva che i cataclismi che interessarono il continente perduto furono ben 4, e l'ultimo la spazzò via definitivamente, circa 12.000 anni fa. Un'altro racconto mitologico era che gli antichi progenitori di Atlantide provenivano da un pianeta del sistema stellare Tau Ceti, il cui nome è Phikkesh Tau, che intorno al centosedicesimo millennio a.C., avrebbero scoperto il volo spaziale ed iniziato l'esplorazione del Cosmo, e nel 92000 una spedizione di Phikkesh Tau penetrò nel sistema solare e ne colonizzò alcuni pianeti, tra cui la Terra. Manipolando geneticamente una scimmia e attraverso una fusione del suo DNA con quello extraterrestre, i coloni crearono l'homo sapiens che avrebbe popolato in seguito l'intero pianeta. Il perfetto esemplare Ariano, secondo Hitler che si rifaceva alle leggende nordiche, oltre ad essere alto, biondo e con gli occhi chiari, doveva anche avere il teschio allungato all'indietro, in quanto secondo un interpretazione esoterista, tutti i miti della creazione della terra, compresi quelli nordici, indiani, egizi e delle civiltà pre-colombiane Americane, derivano da una reinterpretazione del mito di Phikkesh.